Moscado Eau de Parfum L’essenza del viaggio di Marco Polo Moscado Eau de Parfum L’essenza del viaggio di Marco Polo

    0
    2


    The Merchant of Venice prosegue il suo viaggio con il lancio di una nuova fragranza per la Collezione Venezia & Oriente. Con questa raffinata linea, The Merchant of Venice riscopre, valorizza e racconta il profondo legame storico della laguna con le terre asiatiche alla ricerca di materie prime uniche e particolari.

    È così che dopo Blue Tea, una singolare Eau de Parfum composta intorno al particolarissimo tè blu proveniente dall’Asia Meridionale, conosciuto anche come BlueChai’s butterfly pea blossoms, e Gyokuro, fragranza che omaggio il più prezioso tra i tè verdi del Giappone, The Merchant of Venice presenta Moscado.
    La nuova Eau de Parfum trae ispirazione dal muschio, o musco, una materia prima odorosa unica e straordinaria che storicamente diventò fondamentale per lo sviluppo della profumeria a Venezia, tanto che i profumieri erano chiamati Muschieri. Nella profumeria tradizionale con muschio ci si riferisce alle ghiandole addominali prodotte nella stagione degli amori dal maschio di un piccolo cervo dell’Hindu Kush e dell’Himalaya, il Moschus Moschiferus, che vennero portate per la prima volta a Venezia da Marco Polo una volta tornato dai suoi viaggi sulla Via della Seta.

    Nel 2024, anno in cui si celebrano 770 dalla nascita e 700 anni dalla morte di Marco Polo, The Merchant of Venice rende omaggio al più famoso esploratore veneziano con una moderna e inedita Eau de Parfum che con le sue note muschiate, legnose e al tempo stesso agrumate, ci invita a scoprire tutte le sfaccetatture dei muschi contemporanei.

    Il Flacone

    Il flacone, realizzato su misura per la collezione Venezia & Oriente, presenta un’elegante superficie laccata con smalto bianco che esalta sia gli elementi pittorici blu, che tratteggiano un paesaggio montuoso che ricorda i luoghi di provenienza del musco, sia il tappo e la nappina rossi. La scatola con la sua decorazione floreale che evoca il fiore del crisantemo, in Oriente simbolo di vita, pace e amore, è caratterizzata dal teatrale effetto di apertura a sipario, e insieme al manicotto, arricchito al centro una rosa dei Venti, il simbolo per eccellenza del viaggio, lega indissolubilmente questa creazione con Blue Tea e Gyokuro,
    Per il lancio, la confezione è arricchita da un ulteriore manicotto celebrativo su cui sono rappresentate la mappa e la carovana di Marco Polo in dettagli blu, rosso e oro.

    La Fragranza

    Una fragranza che cattura lo spirito avventuroso dell’esploratore veneziano Marco Polo e delle sue straordinarie scoperte. La fragranza è un invito ad abbracciare il brivido dell’esplorazione aprendosi con le note agrumate del mandarino e del bergamotto che si intrecciano con il tocco speziato del pepe rosa. Mentre il viaggio si dipana, ciuffi di Incenso e il calore seducente del Muschio emergono dal cuore della fragranza, avvolgendo chi li indossa in un velo di sensualità. Un accattivante bouquet di rose delicate sboccia in mezzo a questo cuore elegante, infondendo l’aria di raffinatezza. Infine, nelle profondità della Via della Seta, Mirra e Fava Tonka, mescolate insieme, creano un fondo ricco e vellutato, incantandovi con un’accattivante dipendenza.

    Testa: VERT DE MANDARIN ITALY ORPUR™ , OLIO ESSENZIALE DI CARDAMOMO INDIA ORPUR™,
    PEPE ROSE CO2 ORPUR™
    Cuore: INCENSO SOMALIA ORPUR™, MUSCHIO (SERENOLIDE™), ROSA BULGARIA ORPUR™
    Fondo: MIRRA ORPUR™, ASSOLUTA DI FAVA TONKA BRASILE ORPUR™
    Prezzo al pubblico suggerito: 100 ml – 206 €
    Disponibile su www.themerchantofvenice.com, nelle boutique The Merchant of Venice e da metà
    agosto nelle migliori profumerie.

    Storia del Muschio a Venezia e Marco Polo

    Tratto da Storia del Profumo a Venezia di Anna Messinis
    “Grazie ai contatti con l’Oriente e il mondo arabo, le materie odorifere animali iniziano a essere impiegate come ingredienti nella produzione dei profumi tra tardo medioevo e inizio dell’età moderna. Il più adoperato è il muschio, detto anche moscado, importante per il suo odore molto forte e persistente. Si tratta della secrezione prodotta da un sacchetto peloso posto vicino all’ombelico del maschio di questo mammifero appartenente alla famiglia dei cervidi, che vive nelle montagne dell’Asia centrale e orientale, e si spinge fino alla Siberia settentrionale. La prima notizia dell’utilizzo del muschio in cosmetica sembra risalire a san Girolamo. Fin dal VI secolo si dava la caccia a questo animale per prelevarne la secrezione utilizzata, oltre che in profumeria, anche come sostanza terapeutica e come ingrediente per imbalsamare cadaveri. Il muschio era molto costoso e tra tutti il più prezioso era quello proveniente dal Tibet perché gli animali si nutrivano di particolari piante aromatiche. Il muschio veniva commercializzato all’interno della stessa vescica in cui veniva prodotto, evitando così ogni possibile falsificazione. Il muschio giungeva sulle coste del Mediterraneo attraverso le vie carovaniere.
    Marco Polo descrive il muschio in base a un’esperienza diretta. Lo incontra nella provincia di Ambalet e nel reame di Erguil, dove si trova «lo migliore moscado che sia al mondo». Descrive l’animale: una piccola bestia, simile a una gazzella, con il pelo grosso di cervo, quattro denti, due superiori e due inferiori, sottili e lunghi. Marco Polo fornisce indicazioni piuttosto precise sull’operazione necessaria per estrarre il muschio: «Lo moscado si trova in questa maniera, che quando l’uomo l’àe presa, l’uomo truova tra la pelle e la carne, dal bellico [ombelico], una postema [ascesso], e quella si taglia con tutto ‘l cuoio, e quello è lo moscado, di che viene grande olore. E in questa contrada n’àe grande abondanza». È ancora il veneziano a raccontarci che tra gli animali selvatici che popolano il parco del meraviglioso palazzo di Kublai Khan a Canbalu (l’odierna Pechino) ci sono «le bestie che fanno lo moscado».
    Marco Polo non si limita alla descrizione del muschio, lo porta con sé fino a Venezia: tra i molti beni che si trovavano nella sua casa e che dopo la sua morte vengono divisi fra le tre figlie, ci sono vari «bosoli» contenenti muschio: «bosoli 2 grandi con muscio», stimati 5 lire e 10 soldi di grossi, «bosolo 1 de muscio dentro» valutato 10 lire di grossi, «bosolo 1 de muscio pizolo» per lire 6 e soldi 4 di grossi. Nello stesso inventario sono citati tre anelli, due con i rubini e uno con un turchese, stimati complessivamente sei lire di grossi. Un muschio piccolo valeva dunque più dei tre anelli con pietre preziose.
    I profumi a base di Muschio diventano così richiesti da determinare il nome dei profumieri veneziani che vengono chiamati Muschieri.
    Anche Mattioli dedica un lungo passo al «muschio odorifero, il quale et di Levante et di Ponente rinchiuso in certe vescichette si ci porta», ritenendo importante descriverlo nonostante non lo avesse trovato citato né da Dioscoride né da Galeno; ci conferma così il fatto che non fosse noto nel mondo classico. «[…] tutto ‘l mondo, parte per occultare i fetori del corpo, parte per amoreggiare et parte per una certa lasciva politia, al collo, ne i vestimenti, nelle borse, nelle corone di Pater nostri [grani del rosario], et in mille altri modi porta seco il muschio». Tra le varie qualità di muschio, l’autore del noto Erbario, sostiene che la migliore sia quella che «in lingua barbara si chiama Pat», di colore «gialliccio». La seconda è quella che viene dall’India, di colore nereggiante. «Generasi universalmente tutto il muschio nell’ombilico d’un certo animale simile al capriuolo, il quale ha un sol corno et è di corpo assai grande. Questo, quando egli va in amore, diventa quasi furioso, et ingrossasegli l’ombilico empiendosi di un certo sangue grosso in modo d’una postema. In questo mezo questo animale non mangia e non beve, ma quasi sempre si va travolgendo per terra, per il che crepa la postema et esce fuori quel sangue mezzo corrotto, il qual di poi un certo spatio di tempo diventa odoriferissimo». Mattioli si sofferma sui molteplici usi terapeutici e afrodisiaci del muschio e conclude con la descrizione della preparazione dei moscardini da tenere in bocca per fare buon fiato, preparati dai profumieri.”



    Source link