Recensione Nothing Ear (open): audio e comfort, ma a che prezzo?

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Giuseppe Tripodi

Recensione Nothing Ear (open): trasparenti, e non solo nel design



Negli ultimi due anni, Nothing ha lanciato alcuni dei migliori auricolari Bluetooth disponibili sul mercato. O, almeno, alcuni dei miei modelli preferiti, tra cui i recenti ed economici Nothing Ear (a). Stavolta però l’azienda di Carl Pei si avventura in un territorio inesplorato: i nuovi Nothing Ear (open) sono infatti le prime cuffiette aperte dell’azienda, dedicate a chi ha problemi di vestibilità con gli auricolari tradizionali o a chi vuole restare in ascolto del mondo circostante.

Nothing parla di OWS (Open Wireless Stereo) e ha sviluppato (e brevettato) un po’ di tecnologie utili per queste nuove cuffie, ma negli ultimi due anni il settore degli auricolari aperti è esploso e la concorrenza non manca: penso ad esempio agli ottimi Huawei FreeClip e ai nuovi Bose Ultra Open Earbuds. 

Ma come vanno questi Nothing Ear (open) rispetto la concorrenza? Scopriamolo insieme in questa recensione.

Confezione

Nella confezione di vendita troviamo gli auricolari e la relativa custodia di ricarica, oltre che il cavetto USB-A/USB-C per la ricarica. Niente gommini, niente alette o altri accessori.

Costruzione e comodità

I Nothing Ear (open) sono auricolari relativamente ingombranti, almeno a prima vista, ma si indossano con grande semplicità. L’archetto rivestito in silicone è morbido e flessibile, piacevole al tatto, con un cilindro metallico alla fine che equilibra il peso.

Le cuffie sono molto ben pensate: grazie anche alla forma, il posizionamento corretto è piuttosto immediato, con il corpo dell’auricolare inclinato di 50° rispetto l’orecchio. Inoltre, il peso (8,1 grammi per auricolare, non pochissimo) è ben distribuito e nel complesso gli Ear (open) risultano molto comodi.

Anche in movimento (ad esempio durante una corsa) stanno ben saldi al loro posto e, complice la resistenza a polvere e liquidi (certificazione IP54), sono particolarmente indicati per l’attività sportiva all’aperto. Che sia una corsa o un giro in bici, sono l’ideale per tutti i contesti in cui è utile continuare a sentire quel che succede intorno.

Il case è sottile ma molto lungo: anche se entra in qualsiasi tasca, in alcuni contesti può risultare scomodo da portare (ad esempio nelle tasche frontali dei jeans). La metà superiore è trasparente come da tradizione Nothing, all’interno c’è un piccolo LED che indica lo stato di carica e il pulsante per l’accoppiamento.

Dulcis in fundo, Nothing merita ancora una volta un plauso per il design: il mix di plastiche trasparenti e metallo è ancora una volta un’identità visuale vincente, piacevole alla vista e ben riconoscibile.

Funzioni e qualità audio

Qualità sonora

In termini di qualità audio, è bene ricordare che stiamo parlando di una tipologia di auricolare diversa dal solito. Il design aperto porta con sé dei limiti tecnici, su cui non c’è molto da fare: se li mettiamo a confronto con delle cuffiette normali, con le punte auricolari infilate nel condotto uditivo, il suono risulterà per forza di cose meno corposo. È normale che sia così, ed è un “problema” comune a tutti i modelli che non si infilano nelle orecchie.

Al netto di questo, però, l’audio dei Nothing Ear (open) è molto piacevole: non possiamo aspettarci un audio “pieno” come quello delle cuffie in-ear, ma la qualità dei dettagli è buona e l’ascolto gradevole, a patto che vi troviate in ambienti relativamente silenziosi.

Bisogna infatti tenere a mente che il design aperto fa passare qualsiasi suono esterno: a prescindere dalla qualità emessa dai driver dinamici (da 14,2 mm, con rivestimento in titanio), il suono che arriva all’ascoltatore viene sempre “sporcato” dai rumori esterni.

A scanso di equivoci, non c’è alcun sistema di cancellazione del rumore, e bisogna semplicemente accettare che questo genere di cuffie non sono utilizzabili in ambienti rumorosi. Li consiglio per ascoltare musica in tutti i contesti silenziosi, magari in casa per non affaticare troppo le orecchie, oppure in bici o durante un allenamento all’aperto, per non isolarsi dal mondo.

Molto interessante la tecnologia Sound Seal System di Nothing, pensata per massimizzare la privacy.

Con cuffie del genere, infatti, è fisiologico che il suono riprodotto dalle cuffie sia udibile anche all’esterno; tuttavia, gli Ear (open) hanno un intelligente sistema che compensa il problema: dalle griglie posteriori degli auricolari vengono emesse onde sonore inverse rispetto a quelle ascoltate dall’utente e, in tal modo, i suoni si “annullano”. Non è un sistema infallibile e, a volume alto, si riesce comunque a sentire qualcosa stando vicini alle cuffie, ma è un comunque modo intelligente di affrontare un problema comune.

Connessione

Il Bluetooth è in versione 5.3, i codec supportati sono solo SBC e AAC.

La connessione è sempre stata rapida e solida anche a distanza e non manca il supporto al multipoint, ossia la possibilità di collegare gli auricolari a due dispositivi contemporaneamente. C’è anche supporto a Google Fast Pair e Microsoft Swift Pair, che garantiscono un abbinamento più rapido con smartphone Android e PC Windows.

App e controlli

L’applicazione di riferimento è Nothing X, disponibile per iOS e Android.

Dall’app è possibile controllare i livelli di batteria, aggiornare il firmware, far squillare gli auricolari per ritrovarli, personalizzare i controlli e attivare la modalità a bassa latenza, indicata per i videogiochi. 

Inoltre, è disponibile un eccellente equalizzatore, lo stesso disponibile sui Nothing Ear, che ad oggi è sicuramente il più completo del mercato.

Dalla modalità Semplice è possibile modificare genericamente i livelli di bassi, medi e alti o selezionare uno dei quattro preset, ma quello che stupisce è l’equalizzatore avanzato, che è uno strumento quasi professionale.

Si tratta di un equalizzatore a 8 bande, ma con importanti differenze rispetto al solito. Per ogni banda è infatti possibile selezionare precisamente la frequenza su cui operare e impostare il fattore Q. Il fattore Q (quality factor) è un numero che va da 0,1 a 10 e indica la larghezza di banda (ossia le frequenze) su cui quell’equalizzazione avrà effetto: più è basso il fattore Q, più la larghezza di banda sarà ampia e l’equalizzazione avrà effetto anche sulle frequenze vicine; al contrario, più è alto il fattore Q, più la larghezza di banda sarà stretta e l’equalizzazione agirà su una frequenza più mirata.

Per farvi un’idea, potete dare un’occhiata alle immagini qui sotto.

Tra le varie funzioni disponibili, ce n’è una che funziona in esclusiva con gli smartphone a marchio Nothing/CMF: l’integrazione con ChatGPT. Come abbiamo già detto in passato, mettere le IA a portata di orecchie è una buona idea: la possibilità di interagire con l’intelligenza artificiale a voce è una grande comodità, che ha il suo perché anche rispetto l’uso di un assistente vocale (Siri o Google Assistant che sia).

Controlli

Purtroppo manca il play/pausa automatico, ma il sistema di controlli basato sullo “strizzare” l’astina è sempre eccezionale. Come su AirPods, il clic è simulato, ma schiacciando con due dita si riceve un feedback sonoro che sembra quasi un clic fisico.

I controlli sono ampiamente personalizzabili, ma di default funzionano così:

  • Clic: Play/Pausa
  • Doppio Clic: Brano successivo
  • Triplo Clic: Brano precedente
  • Clic prolungato: Regola volume (SX abbassa, DX alza)

Autonomia

Molto buona l’autonomia: Nothing dichiara fino 8 ore con una singola carica, che arrivano a 30 ore con le ricariche fornite dal case.

C’è la ricarica rapida (10 minuti in carica per 2 ore di ascolto) ma manca la ricarica wireless.

Microfoni

Buona la qualità dei microfoni, che riescono quasi sempre a fare bene: non sono impeccabili al 100% e con molti rumori di fondo può capitare che diano qualche problema. D’altra parte, grazie alla tecnologia Clear Voice, nella gran parte dei casi la voce è perfettamente udibile, anche controvento e anche in contesti non proprio semplici.

Prezzo

Il costo di listino dei Nothing Ear (open) è di 149€: è un costo elevato, anche se la qualità è molto alta e il prezzo è comunque inferiore rispetto ad altri modelli top (come i Huawei FreeClip). 

D’altra parte, il “problema” è che chi cerca auricolari aperti, spesso ha anche bisogno di un paio di paio di cuffie standard (in ear o over ear), e la spesa dedicata all’audio aumenta.

Il sample per questa recensione è stato fornito da Nothing, che non ha avuto un’anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso economico.

Giudizio Finale

Nothing Ear (open)

I Nothing Ear (open) sono auricolari “aperti” perfetti per chi non sopporta le cuffiette classiche. Il design con l’archetto che circonda l’orecchio è più ingombrante di altri modelli aperti, ma li rende anche più adatti all’attività fisica. Complessivamente, sono un modello comodo da indossare, che non isola dai suoni del mondo esterno.

Il design aperto ha anche controindicazioni: non c’è isolamento acustico (né tanto meno cancellazione del rumore) e, in contesti rumorosi, diventa impossibile ascoltare musica. La qualità audio è molto buona per delle cuffiette open, ma non ci si può aspettare la stessa resa di auricolari con gommino. 

C’è il multipoint e la qualità in chiamata è buona: il prezzo, pur essendo invitante rispetto la concorrenza, è comunque piuttosto alto, specialmente considerando che per molti utenti gli auricolari open restano un dispositivo “secondario” che affianca cuffie o auricolari standard.

Voto finale

Nothing Ear (open)

Pro

  • Design curatissimo
  • Molto comode
  • Qualità audio discreta per la forma
  • Ottima autonomia
  • Resistenza a polvere e liquidi (IP54)
  • Comodi pulsanti a clic

Contro

  • Prezzo alto
  • Inusabili in contesti molto rumorosi
  • Niente ricarica wireless
  • Niente play/pausa automatico

Giuseppe Tripodi

Giuseppe Tripodi
Sono soprattutto una persona curiosa: mi piace imparare cose nuove e spiegare quel che so. Quindi scusatemi per gli articoli così lunghi. Spesso mi isolo dal mondo con grosse cuffie in testa, a leggere su un ebook reader o ascoltare un podcast, ma ho un cane di nome Dubbio che mi mantiene vigile e mi trascina al parco un paio di volte al giorno.



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